10 anni fa il 59enne Gaetano Bonini, operaio presso la Raffineria di Gela – e che, tra le altre cose, si era contraddistinto proprio per le battaglie intraprese a tutela della salute dei lavoratori - perse la sua personale battaglia contro il mesotelioma pleurico, causato dall’inalazione quotidiana di polveri d’amianto durante il periodo lavorativo e certificato dall’INAIL.
Ora il giudice del tribunale di Genova, Alessandro Laurino, ha riconosciuto ai figli e alla moglie della vittima il danno morale da loro subìto per la prematura scomparsa dell’uomo e, inoltre, il danno biologico causato a Bonini stesso. La Raffineria del colosso energetico Eni è stata perciò condannata a risarcire i familiari della vittima per oltre un milione di euro: infatti, sarebbero stati i manager del petrolchimico a non aver adempiuto ai doveri di controllo e salvaguardia dei cantieri di lavoro.