La procura di Torino sta per completare l’inchiesta “Eternit ter” sui lavoratori italiani morti per amianto che hanno lavorato negli stabilimenti Eternit in Svizzera e in Brasile. In questi giorni, intanto, è stata formalmente notificata la chiusura dell'"Eternit bis", dove per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny si ipotizza l'omicidio volontario per 213 casi di morte per mesotelioma, patologia direttamente collegata all'esposizione all'amianto. Il fascicolo riguarda persone che dal 1976 hanno lavorato in quattro stabilimenti italiani della multinazionale o hanno vissuto nelle zone vicine. Nel capo d'accusa confezionato dai pubblici ministeri Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace si ipotizza che "per mero fine di lucro" la Eternit decise di proseguire l'attività per un decennio nonostante l'alto grado di insicurezza nelle fabbriche, di non investire in migliorie e anche di nascondere, attraverso campagne di "disinformazione", la pericolosità dell'amianto.